Le tecnologie additive alla ribalta sulle rive dell’Arno

Lo scorso 5 settembre, il Florence Learning Center di Baker Hughes ha ospitato l’evento “Innovative industrial 3D printing”, organizzato da AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDITIVE e patrocinato da Fondazione UCIMU, 34.BI-MU (fieramilano, 9-12 ottobre 2024, www.bimu.it) e piùAdditive, uno dei temi tecnologici che avranno spazio espositivo e di approfondimento culturale all’interno della prossima edizione della biennale della macchina utensile

Di tutto rispetto il panel delle aziende presenti con loro speaker

  • 3D4MEC
  • 6K Additive
  • Additive Industries
  • Aidro – Desktop Metal Company
  • Binc Industries SA
  • Caracol
  • EOS – Electro Optical Systems
  • Headmade – Member of ColdMetalFusion Alliance
  • Labormet Due
  • Markforged
  • Norblast – Peen Service
  • Prima Additive
  • Puntozero 3D
  • Renishaw
  • Velo 3D

che hanno fatto risaltare come le tecnologie additive per i metalli si stanno affermando come mezzi di produzione in grado ormai di lavorare su grandi serie, e garantire opportunità di customizzazione impossibili per ogni altra tecnologia manifatturiera. È stato inoltre evidenziato come sia stata raggiunta un’ampia flessibilità di materiali lavorabili – oltre agli acciai, titanio, leghe di alluminio e leghe per alta temperatura, altri materiali “esotici” come il tungsteno o altri ritenuti “impossibili”, come il rame e l’ottone -, come nuovi processi vadano ad affiancare la ben nota selective laser melting (la quale si evolve, da parte sua, sia a livello di prestazioni sia di materiali e automazione di processo) e come le tecnologie additive stiano sempre più diventando un abilitatore dell’economia circolare, grazie alla possibilità di realizzare prodotti efficienti in termini di consumo di risorse (sia per la fabbricazione che in fase di utilizzo) e di impatto ambientale, grazie alla

sempre più diffusa possibilità di impiegare materiali riciclati per la creazione delle materie prime metalliche impiegate nei processi additivi.

Ampio spazio, poi, è stato dato ai processi di progettazione, finitura e collaudo, che si dimostrano sempre più il collante della filosofia “think additive” alla base di ogni applicazione di successo delle tecnologie additive.

A proposito dell’evento, Alfredo Mariotti, segretario generale di AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDITIVE, ha dichiarato: l’evento svolto presso Baker Hughes, che ringrazio per la sua ospitalità, ha dimostrato come il settore italiano delle tecnologie additive sia uscito dalle difficoltà legate al COVID ancora più vitale e ricco di opportunità, affermandosi come abilitatore di sostenibilità (economica, sociale e ambientale) e di innovazione per tutto il settore manifatturiero. Le attività di B2B, che nella apposita area hanno visto le aziende confrontarsi con i partecipanti all’evento (quasi tutti di estrazione industriale), sono state un interessante metro di conferma per tale vitalità”.

Con l’evento di Firenze si è aperto un ciclo di eventi e di attività organizzati da AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDITIVE, che vedranno la loro “prossima puntata” nell’incontro “Robotica e additivo per la manifattura e non solo” (Volandia-Parco e Museo del Volo, 12 ottobre 2023), primo appuntamento in Italia dove sarà discussa in dettaglio l’ibridizzazione tra tecnologie e robot. Il cammino proseguirà per tutto il 2024 con una serie di ulteriori eventi (che saranno via via comunicati tramite il sito associativo www.aita3d.it e la nuova pagina Linkedin di AITA) per avere il suo culmine in piùAdditive, l’area dedicata specificatamente alle tecnologie additive di 34.BI-MU, dove il meglio, a livello industriale e di ricerca e innovazione del settore additivo, potrà essere “toccato con mano” sia da chi già vi opera, sia da chi desidera conoscere meglio le opportunità offerte.

I dati dell’ultima edizione confermano questa scelta: 13.000 visitatori hanno esplicitamente dichiarato il loro interesse diretto per le tecnologie additive, a cui vanno affiancati tutti i visitatori che si interessano alle tecnologie che, pur non specifiche dell’additivo, possono esserne parte, come il collaudo, i trattamenti/finiture, i software e il mondo di Industria 4.0.

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